Osservatore Romano | 25 Agosto 2023 [IT]

Fare amicizia parte naturale della missione | Il ruolo delle Chiese nell’Unione europea nella lotta all’isolamento sociale

«Come Chiese in Europa, il nostro contributo alla lotta alla solitudine e all’isolamento sociale è, direi, indiretto, ma molto efficace. È un sottoprodotto, un effetto collaterale, della vita e dell’opera che le Chiese compiono mentre svolgono la loro missione principale. Ciò avviene principalmente a livello personale e comunitario, e spesso a livello locale».

Padre Manuel Enrique Barrios Prieto, segretario generale della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), ha parlato in questi termini all’evento Loneliness – Policy options to combat loneliness and strengthening mental health in the Eu, organizzato di recente a Stoccolma dalla presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea. Barrios Prieto ha evidenziato il ruolo positivo svolto dalle Chiese nell’affrontare la solitudine, esaminando alcune «azioni che le Chiese compiono per combattere essa e l’isolamento sociale». Innanzitutto, «quando le Chiese sottolineano l’importanza della vita comunitaria e la promuovono, offrono spazi di interazione sociale».

In secondo luogo, quando esse «raggiungono le persone più vulnerabili ed emarginate nella nostra società, arrivano a persone e luoghi dove altre istituzioni della società non arrivano o non possono arrivare. Per le Chiese fare amicizia è parte della loro missione». Inoltre, quando esse «celebrano momenti importanti della vita delle persone, come la nascita, l’età adulta, il matrimonio, la malattia, la morte, offrono occasioni per vivere questi momenti particolari insieme agli altri».

Le attività di volontariato e di beneficenza che le Chiese svolgono sono occasioni per fare amicizia o comunque qualcosa di significativo, per utilizzare bene il tempo libero: «Le Chiese vivono e si esprimono anche nella cultura e nella società in cui si trovano; sono inculturate, come si dice teologicamente». Non solo: «L’insegnamento della maggior parte delle Chiese odierne insiste sull’ecologia integrale, cioè sulla protezione del nostro ambiente e sulla giustizia sociale allo stesso tempo, in quanto esse sono in correlazione. Questo va contro l’individualismo presente nelle nostre società e la tendenza a un’eccessiva economia di mercato che secondo vari studi porta all’isolamento e alla solitudine».

Inoltre, ha osservato il segretario generale della Comece, «la possibilità offerta dalle Chiese di avere una guida personale e un dialogo con i ministri è una reale opportunità per un profondo incontro personale one-to-one. Le Chiese mettono in atto tutte queste cose che aiutano a combattere la solitudine e l’isolamento sociale, in modo indiretto, e questo è molto importante perché evita le complicazioni legate alla stigmatizzazione. Le persone non vanno in chiesa esplicitamente perché vogliono essere curate dalla solitudine ma per altri motivi, ma così facendo vengono messe in contatto con strumenti e circostanze che la ricerca ha dimostrato essere efficaci a questo scopo».

Il fine dell’incontro a Stoccolma, svoltosi a fine aprile, era discutere circa la solitudine e la salute mentale da varie prospettive e comprendere meglio come le politiche dell’Ue, nazionali e locali, dovrebbero affrontare questi problemi, in particolare a seguito della pandemia di covid-19. Esiste, è stato sottolineato, una forma di solitudine che consiste nel «divario incolmabile tra sé e gli altri, un divario che esiste anche in presenza di relazioni interpersonali profondamente gratificanti».

Questo tipo di “solitudine esistenziale”, che può portare anche a problemi di salute mentale, richiede un diverso tipo di approccio rispetto alle terapie applicate in tali casi «e qui le Chiese hanno molto da dire e da offrire». All’evento hanno partecipato circa 85 delegati provenienti da stati membri, Chiese, organizzazioni e istituzioni. Nelle settimane successive, sempre a Stoccolma, una delegazione ecumenica ha organizzato un incontro per parlare degli sforzi dell’Unione europea riguardanti le sfide più urgenti.

Simone Caleffi
Osservatore Romano, 25 Agosto 2023